martedì 6 Maggio 2025
Altro

    I due principali costruttori generalisti che valgono il 30% della produzione europea evidenziando la necessità di superare la deriva elettrica della mobilità.

    Automotive europeo: Renault e Stellantis chiedono cambio immediato delle regole

    Il fronte deil’automotive europeo inizia ad essere meno compatto sullo scenario dell’elettrificazione della mobilità europea imposta dalle regole del Green Deal che vorrebbe al 2035 la messa al bando dei motori termici a favore di quelli a batteria, che fino a poche settimane fa chiedeva alla Commissione di accelerare per evitare di buttare al vento miliardi di investimenti fatti nell’elettrificazione, investimenti che i costruttori non riescono a recuperare, vuoi perché le auto totalmente elettriche ne vendono troppo poche, vuoi perché per tentare di recuperare parte dei costi d’investimento sull’elettrico hanno pensato bene di rincarare fortemente i prezzi dei modelli tradizionali, di fatto allontanando possibili acquirenti.

    Ora, il presidente di Stellantis, John Elkann, e l’amministratore delegato di Renault, Luca de Meo, escono allo scoperto con un appello diffuso da un giornale francese (poi ripreso dalla stampa europea) alla Commissione europea a cambiare subito le regole che stanno affossando l’automotive europeo: «quest’anno, per la prima volta, la Cina produrrà più vetture dell’Europa e degli Stati Uniti messi insieme. Il 2025 è un momento cruciale. L’Europa deve scegliere se vuole ancora essere una terra di industria automobilistica o un semplice mercato. Tra cinque anni, a questo ritmo di declino, sarà troppo tardi».

    Per Elkann e De Meo «il mercato automobilistico europeo è in calo ormai da cinque anni, è l’unico dei grandi mercati mondiali che non ha ritrovato il suo livello pre-Covid. Al ritmo attuale, potrebbe più che dimezzarsi nell’arco di un decennio».

    De Meo considera «un disastro» il livello delle vendite: «c’è in gioco una questione strategica, anche per gli Stati per i quali il settore rappresenta 400 miliardi di euro di entrate fiscali all’anno in Europa». Un tasto doloroso quello dell’eccessivo carico fiscale che la mobilità sopporta in Europa rispetto ad una realtà come quella statunitense dove questa è considerata un diritto primario non vessato fiscalmente.

    «Stellantis e Renault Group, che insieme pesano il 30% del mercato, vogliono produrre e vendere auto popolari in Europa e per l’Europa ma le regole europee fanno sì che le nostre auto siano sempre più complesse, sempre più pesanti, sempre più costose e che la gente, per la maggior parte, semplicemente non se le possa più permettere» affermano i due vertici, ammettendo incidentalmente come le loro strategie di posizionamento sul mercato delle auto elettriche e il forte rincaro di quelle tradizionali sia stato fallimentare.

    Così come sia stato fallimentare l’atteggiamento delle case costruttrici europee riunite in Acea che non hanno saputo frenare adeguatamente la deriva ideologica dell’elettrificazione della mobilità dopo lo scandalo delle emissioni truccate dei motori Diesel innescato dal gruppo Volkswagen, dove la migliore tecnologia per la mobilità per efficienza e basso impatto ambientale è stata sacrificata sull’altare dell’ideologia e del lavacro ambientalista.

    La svolta dei due costruttori è salutata positivamente dal mondo che vive di commercio di auto. «L’intervista rilasciata da John Elkann e Luca De Meo sulle politiche europee per la transizione ecologica segna un clamoroso cambiamento di rotta nella posizione dei costruttori di autoveicoli nella lunga e tormentata vicenda della decarbonizzazione dei trasporti imposta per legge – ha detto il presidente di Federauto, Massimo Artusi -. Il fatto che due tra i massimi esponenti di due case costruttrici – che rappresentano insieme il 30% del mercato – chiedano all’Europa una fulminea revisione di rotta in nome della “neutralità tecnologica” e del “rispetto della domandarompe un fronte dell’automotive europeo che finora – sia pure con frequenti mugugni e crescenti perplessità – si era di fatto allineato alle utopiche scelte di una Commissione soggiogata dalle lobby dell’elettrico, fornendo a queste scelte un puntello determinante».

    «Oggi, invece – prosegue Artusipossiamo dire che una parte importante – per numeri e per tipo di veicoli – dell’industria europea dell’automotive ha chiesto di modificare le politiche europee, avendo “scoperto” – e dichiarato esplicitamente – che tali politiche finiscono per favorire le vetture ‘”più complesse, pesanti e costose”, penalizzando invece quelle più piccole che costituiscono la polpa del mercato. Anche per i costruttori, dopo i commercianti, il re è nudo».

    Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “ViViItalia Tv”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata. 

    Ti piace “Lo Schiacciasassi”? Iscriviti qui sul canale YouTube di “ViViItalia Tv”

    Ti piace “ViViItalia Tv”? Sostienici!

    YouTube

    Telegram

    https://t.me/ViviItaliaTv

    Linkedin

    https://www.linkedin.com/company/viviitaliatv

    Facebook

    https://www.facebook.com/viviitaliatvwebtv

    © Riproduzione Riservata

    spot_img

    ULTIME NEWS

    LO SCHIACCIASASSI