Torna sul mercato italiano dell’energia uno scenario già visto e rivisto, con tanto di corollario di promesse elettorali non mantenute: nonostante il calo delle quotazioni internazionali di petrolio e gas metano, i prezzi dell’energia in Italia sono sostanzialmente fuori controllo, specie in considerazione dell’estrema vischiosità della formazione dei prezzi, considerato che da gennaio 2025 il prezzo del petrolio è ai minimi con un calo del 21% mentre il pieno al distributore è calato solo del 2,5%.
Il problema è che da almeno vent’anni in Italia non c’è nessuno che controlli effettivamente sui meccanismi di formazione dei prezzi, che valuti le dinamiche di mercato e, soprattutto, sia in grado di sanzionare quegli operatori energetici che applicano la politica del doppio binario, con rialzi immediati al solo odore di rialzi internazionali delle quotazioni e ribassi al passo del bradipo quando questi sono strutturalmente in calo da mesi. Ovviamente, finendo con l’incamerare i maggiori margini che si liberano senza scaricarli sui consumatori come sarebbe doveroso in un mercato effettivamente concorrenziale e libero.
Almeno sul mercato dell’energia elettrica e del gas metano dovrebbe operare l’Arera, l’Autorità di regolazione dell’energia, reti e ambiente, i cui vertici sono in scadenza di mandato settennale non rinnovabile, ma gli stessi vertici dell’Arera, a partire dal presidente uscente Stefano Besseghini, paiono avere adottato la politica dello scaricabarile sulla politica, politica che da par suo rilancia la palla nel campo dell’Arera.
Sembrerebbe che i vertici uscenti dell’Autorità di nomina politica – lo stesso Besseghini è di area salviniana, con Salvini già in movimento per mettere il cappello leghista sul prossimo presidente da 250.000 euro di indennità annua con un personaggio più fidato che competente – non siano stati di assolvere in pieno i loro compiti di attenzionare ed intervenire sul mercato energetico – con l’esclusione di quello dei carburanti – quando avrebbero potuto effettuare scelte diverse da quelle che hanno preso.
Ma il problema di fondo è che la stessa politica è la principale imputata di mantenere sui consumi energetici – siano carburanti, gas per il riscaldamento ed elettricità – una tassazione che è tra le più alte a livello europeo ed internazionale tra accise, Iva e oneri di sistema. Anche se il sogno sarebbe di tassare i consumi energetici con la sola Iva, almeno si abbia il coraggio di spostare sulla fiscalità generale almeno gli oneri di sistema, la cui incidenza sulle forniture che viaggiano per metanodotto e reti elettriche pesano per un 25-30% del costo totale.
Sarebbe bello che la politica mantenesse le promesse elettorali in fatto di accise – una su tutte, le promesse vincenti di Giorgia Meloni di tagliarle una volta al governo – anche nell’ottica di ridurre la spinta all’inflazione e rendere il Paese più competitivo portandole allo stesso livello medio europeo. Quando ciò avverrà sarà un bel giorno, che si spera non avvenga alla vigilia delle prossime elezioni.
Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “ViViItalia Tv”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata.
Ti piace “Lo Schiacciasassi”? Iscriviti qui sul canale YouTube di “ViViItalia Tv”
Ti piace “ViViItalia Tv”? Sostienici!
YouTube
Telegram
https://www.linkedin.com/company/viviitaliatv
https://www.facebook.com/viviitaliatvwebtv
© Riproduzione Riservata