I costi dell’energia alle stelle sono la palla al piede dell’economia nazionale, oltre che della competitività del sistema manifatturiero nazionale sui mercati internazionali, visto che deve operare con costi al megawattora che sono il doppio della media europea.
Secondo una rilevazione effettuata da “Il Sole 24 Ore” nei giorni scorsi, il prezzo dell’energia a fine aprile 2025 in Italia si assestava a 99,85 euro/MWh contro i 77,94 della Germania, entrambe le principali realtà manifatturiere d’Europa, mentre ben sotto si piazza la Francia con 42,21 euro/MWh. Caso a parte la Spagna che si avvantaggia di un prezzo minimale di 26,81 euro/MWh, inferiore anche a quelli tradizionalmente bassi della Scandinavia che si basa quasi interamente sull’idroelettrico che viaggia a 31,85 euro/MWh.
Il basso costo dell’energia in Spagna si deve al forte impulso assicurato dall’energia rinnovabile di origine fotovoltaica ed eolica, che non è esente da problematicità, come il clamoroso blackout che ha interessato la penisola iberica e parte di Francia e Marocco – paesi interconnessi tra loro con la rete elettrica spagnola – per un’intera giornata e con un’altra mezza a macchia di leopardo.
Anche le cause ufficiali del disservizio elettrico sono ancora non individuate, i tecnici sembrano propensi a ritenere l’origine nel picco di produzione da fotovoltaico non assorbito dalla rete e ad alcuni problemi connessi con lo sfasamento della frequenza dei 50 Hz perché i sistemi fotovoltaici ed eolico che funzionano in corrente continua necessitano di inverter per portare la tensione ai valori necessari per la messa in rete oltre a trasformarla da continua in alternata. Un aspetto che non riguarda il sistema di generazione tradizionale, idroelettrico, termico e nucleare, che si avvale di alternatori per la produzione di energia, apparecchiature che per le loro caratteristiche riescono ad equilibrare gli sbalzi sulla rete, oltre a produrre direttamente energia alternata.
Ora, pochi attimi prima del blackout in Spagna, le rinnovabili assicuravano oltre l’85% della copertura della domanda elettrica, evidenziando un eccesso di dipendenza da fonti non sufficientemente equilibrate. Alcuni tecnici evidenziano come sarebbe opportuno non fare mai calare sotto il 30–40% la produzione di energia da impianti con alternatori, sia per la loro capacità di tenere regolata la tensione e frequenza di rete dagli sbalzi e picchi di produzione delle rinnovabili, cosa che nel caso spagnolo non è accaduto per tenere bassi i costi di produzione.
In Italia, il contributo delle rinnovabili come fotovoltaico ed eolico non è così spinto come in Spagna, avendo una generazione elettrica ancora assicurata per un 40-45% da centrali turbogas che hanno costi di generazione più alti, mentre l’idroelettrico assicura circa il 15% del fabbisogno energetico nazionale. I costi dell’energia potrebbero essere ridotti da un maggiore impulso alle rinnovabili l’Italia dovrebbe darlo all’energia geotermica che, secondo alcuni studi, avrebbe un potenziale quadruplo rispetto alla domanda energetica complessiva del Paese, spingendo maggiormente sullo sfruttamento della geotermia ad alta temperatura come accade da quasi un secolo a Lardarello in Toscana dove si utilizza il vapore geotermico per muovere gli alternatori delle centrali.
Oltre che una geotermia a bassa e media temperatura utile soprattutto per esigenze di climatizzazione potenzialmente diffondibile in tutto il Paese, esistono anche alcuni siti utili per la geotermia ad alta temperatura, quali siti vulcanici come quello di Abano nel Padovano, i Campi flegrei nel Napoletano o le zone attorno all’Etna in Sicilia e nelle isole vulcaniche. Tutti questi siti potrebbero essere utilizzati per scopi termoelettrici garantendo energia rinnovabile ad impatto zero e con una produzione continuativa non soggetta alle ubbie di vento e sole, oltre ad abbattere i costi dell’energia in bolletta. Peccato che i piani energetici continuino a spingere su fotovoltaico ed eolico, pur con tutti i problemi di produttività e di impatto paesaggistico che hanno quando il geotermico sarebbe un jolly per tutti.
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