Il governo Meloni si conferma paladino delle autonomie, almeno di quelle speciali, visto che è un governo di centro destra ad avviare un percorso di riforma e di rilancio delle cinque autonomie speciali (mentre di quelle ordinarie non giungono ancora segnali di vita concreti), mantenendo fede agli impegni nel suo discorso programmatico d’insediamento del 25 ottobre 2022, a partire dallo Statuto di Autonomia del Trentino Alto Adige, visto che la proposta iniziare di effettuare un aggiornamento in blocco di tutte e cinque le autonome speciali si è rivelato essere troppo complicato per i diversi assetti autonomistici in gioco.
Ora, dopo avere imbastito un dettagliato quadro normativo volto soprattutto a recuperare l’assetto autonomistico scaturito dall’accordo internazionale tra Italia e Austria del 1992, finto progressivamente eroso dalle sentenze della Corte costituzionale a partire dalla riforma costituzionale del 2001, il presidente della regione Trentino Alto Adige (e della provincia di Bolzano), Arno Kompatscher, è riuscito a realizzare il “concerto” tra le esigenze dei territori e il governo centrale, conquistando anche qualcosa in più.
Nel nuovo assetto autonomistico è prevista l’eliminazione dei precedenti ostacoli alla legislazione autonoma, come il riferimento alle “disposizioni fondamentali delle riforme economico-sociali” per cui queste norme non saranno più applicabili al contesto locale. Inoltre, si sono definite le competenze legislative di Alto Adige e Trentino come “esclusive”, parificandole di fatto a quelle dello Stato, un “unicum” tra le regioni speciali ed ordinarie.
Inoltre, è previsto il rafforzamento delle disposizioni attuative: in futuro serviranno a coordinare la legislazione statale e quella autonoma, tenendo conto delle condizioni particolari dell’Autonomia. Introduzione di una clausola di salvaguardia del livello di Autonomia: le future modifiche allo Statuto del Trentino Alto Adige richiedono il parere favorevole dei due Consigli provinciali. Senza di essi, il livello di Autonomia esistente non può essere ridotto unilateralmente dallo Stato.
Infine, sono riconosciute al livello di potere autonomistico nuove competenze in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecologia, compresa la gestione della fauna selvatica, con effetti su numerosi ambiti amministrativi, con la responsabilità dei presidenti delle due Province in materia di tutela della fauna selvatica (ad es. orso e lupo), anche se temperata dalle normative nazionali ed europea in fatto di protezione della fauna.
Kompatscher (e il suo collega trentino, Maurizio Fugatti) ha ringraziato il ministro degli Affari regionali, Roberto Calderoli, per la disponibilità mostrata nel ripristinare il livello di Autonomia eroso nel tempo, oltre a rilanciarla su un livello superiore al precedente, tanto da parificarla di fatto a quello statuale, quasi fosse un anticipo di federalismo praticato.
In questa intervista a “Focus”, il direttore di ViViItalia Tv, Stefano Elena, intervista Arno Kompatscher che ricostruisce l’evoluzione del processo di rilancio dell’Autonomia speciale.
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