Possibile rientro dall’esodo estivo in automobile con corollario di pesanti multe se si viene beccati, anche a posteriori mediante il controllo di riprese video, a gettare dall’auto mozziconi di sigaretta, fazzoletti di carta: con l’entrata in vigore dal 9 agosto scorso del decreto n. 116/2025, gettare un rifiuto da un mezzo a motore, in marcia o in sosta, può costare caro, con possibile sospensione della patente e sequestro del mezzo.
Il testo del decreto ha modificato anche l’articolo 15 del Codice della strada: «potremo acquisire e visionare immagini da qualsiasi impianto di videosorveglianza comunale, autostradale o privato, dentro e fuori i centri abitati, e usarle come prova per multare chi lancia rifiuti – dice Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona e referente Anci per Viabilità Italia -. Basta un fotogramma nitido della targa, interrogare la banca dati della Motorizzazione, risalire al proprietario e la sanzione sarà valida, a differenza del passato, anche senza il fermo dell’auto e la contestazione immediata».
La norma è stata modificata per evitare che «un rifiuto lanciato da un mezzo possa colpire un motociclista o costringere il veicolo dietro a una frenata improvvisa, provocando magari un tamponamento a catena – sottolinea Altamura -. E, se finisce in un tombino o in un fosso, diventa un danno ambientale. Ora potremo intervenire in modo più efficace grazie alle telecamere».
Le sanzioni per i trasgressori colti sul fatto o anche a posteriori sono particolarmente pesanti: per il getto e abbandono di un fazzoletto di carta o di un mozzicone di sigaretta la multa arriva fino a 1.188 euro, che sale decisamente se si getta una lattina o una bottiglia o un sacchetto contenente rifiuti: in questo l’ammenda parte da un minimo di 1.500 euro per arrivare fino a 18.000 euro, con corollario di segnalazione penale in Procura. Se poi il getto o abbandono di rifiuti avviene vicino a fiumi, in aree protette o in zone già inquinate e comporta un pericolo concreto per le persone o per l’ambiente, scatterà l’arresto, pure differito entro 48 ore, e una pena da sei mesi a cinque anni e mezzo. Nei casi più gravi, si arriva fino a sette anni.
C’è poi la sospensione della patente e la confisca del mezzo: «la prima può essere comminata fino a sei mesi per le violazioni penali — dice Altamura —, ma se il lancio o lo smaltimento illecito avvengono con un mezzo di un’azienda privata può scattare pure la confisca del veicolo, salvo che appartenga a un terzo completamente estraneo. Chi usa auto o furgoni per scaricare rifiuti in campagne, zone industriali dismesse o aree naturali viene colpito. Per i rifiuti pericolosi la reclusione va da uno a cinque anni, che salgono da un anno e sei mesi a sei anni nei casi aggravati. Se a violare la legge è un dipendente con un mezzo aziendale, il titolare risponde per omessa vigilanza: fino a cinque anni e sei mesi».
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