La giunta provinciale di Trento, su proposta dell’assessore alle politiche per la casa, patrimonio, demanio e promozione della conoscenza dell’Autonomia, Simone Marchiori, ha approvato tre nuove politiche per la casa, iniziative volte a favorire l’accesso agli alloggi pubblici per le famiglie in difficoltà economica, oltre a rilanciare la disponibilità di nuovi alloggi tramite il recupero di edifici abbandonati di proprietà di enti privi di scopo di luco, oltre a chiudere la seconda gamba delle politiche per combattere lo spopolamento delle valli, con il lancio del fondo immobiliare “Ri-Val” dedicato ad offrire alloggi a canone moderato ai lavoratori attivi in località turistiche dove i prezzi degli alloggi sono spesso fuori portata dei lavoratori.
Nel dettaglio delle nuove politiche per la casa, per le abitazioni popolari di Itea Spa, la Provincia ha modificato le percentuali di incidenza del canone oggettivo per la locazione degli alloggi sociali, con l’obiettivo di garantire maggiore equità. Contestualmente è stato approvato l’adeguamento dell’importo di compensazione a favore di Itea Spa per il servizio di edilizia sociale previsto per il 2025. La riduzione dei canoni comporterà un impegno finanziario da parte della Provincia di circa 900.000 euro su base annua che saranno trasferiti ad Itea Spa.
La modifica relativa alla modalità di calcolo della “quota B” del canone sostenibile (ottenuto mediante la somma di diversi elementi) prevede di dimezzare la percentuale di incidenza. In tal modo, i nuclei familiari con Icef superiore a 0,23 sono tenuti a corrispondere il 10% per cento del canone oggettivo, mentre per i nuclei con Icef fino a 0,23 rimane la percentuale precedente, pari al 5%. La riduzione sarà operativa dal prossimo primo settembre.
La seconda delibera riguarda l’edilizia agevolata tramite il recupero di immobili abbandonati di proprietà di enti privi di scopi di lucro. Con un finanziamento di 3,4 milioni di euro, la Provincia incentiva il recupero degli immobili da destinare poi ad alloggi da locare a canone calmierato con contratti di durata medio lunga.
La misura è rivolta alle realtà senza scopo di lucro – tra cui cooperative (escluse quelle di credito), enti del Terzo Settore iscritti al Runts ed enti ecclesiastici civilmente riconosciuti – che intendono ristrutturare immobili di loro proprietà per destinarli alla locazione a canone moderato.
Il provvedimento riguarda gran parte del territorio provinciale e esclude i comuni a maggiore intensità abitativa, ovvero Trento, Rovereto, Pergine Valsugana, Arco, Riva del Garda, Mori, Lavis, Levico Terme, Mezzolombardo, Cles, Borgo Valsugana, Mezzocorona e Dro.
I destinatari finali degli alloggi saranno famiglie residenti da almeno tre anni in Trentino, con un indicatore Icef non superiore a 0,41. Le abitazioni ristrutturate verranno concesse in affitto a un canone ridotto del 30% rispetto al valore di mercato, garantendo così soluzioni economicamente accessibili ai nuclei più fragili.
Il contributo provinciale coprirà il 40% della spesa ammissibile per i lavori di ristrutturazione, con un investimento minimo previsto di 15.000 euro per intervento. Se i lavori interesseranno l’intero edificio, sarà possibile finanziare anche le parti comuni e fino a due pertinenze per ciascuna unità abitativa.
Le domande potranno essere presentate dal 13 agosto al 20 ottobre 2025 e saranno valutate secondo l’ordine cronologico di arrivo.
La terza iniziativa per le nuove politiche della casa riguarda il decollo del fondo immobiliare “Ri-Val” volto a contrastare lo spopolamento delle valli, con l’approvazione da parte della Giunta dello studio di fattibilità del fondo immobiliare, il primo nel suo genere in Italia, sviluppato in collaborazione con Cassa del Trentino e Cassa Depositi e Prestiti, per riqualificare e mettere a disposizione circa 300 alloggi a costo accessibile in aree svantaggiate o a forte vocazione turistica dove i lavoratori faticano a trovare abitazioni. Il progetto si affianca all’iniziativa gemella “Ri-Urb”, il fondo immobiliare di rigenerazione urbana destinato a fasce medie della popolazione, anziani autosufficienti e studenti nei centri maggiori del Trentino.
“Ri-Val”, con un investimento complessivo stimato di circa 60 milioni di euro, prevede la costituzione di un fondo immobiliare della durata di 16 anni gestito da una SGR (società di gestione del risparmio), per offrire alloggi accessibili tramite locazione o affitto con riscatto, recuperando patrimonio pubblico non più strategico e senza consumo di nuovo suolo. Le risorse che alimenteranno il fondo saranno sia pubbliche, sia di investitori privati che aderiranno, generando quindi un effetto leva.
«Con “Ri-Val” procediamo a rafforzare in un’azione ampia che comprende bandi per la prima casa, incentivi per la riqualificazione energetica, il recupero degli alloggi pubblici dismessi e le misure di rivitalizzazione dei comuni a rischio spopolamento rivolte ai privati che possono riqualificare il patrimonio esistente rendendolo nuovamente disponibile – sottolinea Marchiori -. “Ri-Val”, inoltre, va a colmare un vuoto che precedenti strumenti di housing sociale non avevano affrontato: quello delle zone turistiche, e lo fa in maniera innovativa e organica. Autonomia significa anche questo: fare da apripista, da laboratorio per riuscire in modo efficace e puntuale a dare risposte ai cittadini».
L’obiettivo di “Ri-Val” è duplice: da un lato, estrarre valore sociale dal patrimonio non utilizzato e, dunque, senza consumo di territorio; dall’altro avviare la riqualificazione e la conseguente messa a disposizione di circa 300 alloggi (suddivisi al 50% tra aree svantaggiate e aree ad alta incidenza turistica) da concedere in locazione a canone agevolato, uno dei presupposti idonei a promuovere qualsivoglia processo di incremento della popolazione residente.
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