A fronte di prezzi in continua ascesa, aumenta l’apporto del gas liquefatto. La sicurezza energetica nazionale dipende dalla diversificazione degli approvvigionamenti.
Con le quotazioni dell’energia stabilmente superiori ai 50 euro/MWh per il gas da parecchie settimane con punte di 54 euro /MWh alla borsa di Amsterdam, mercato di riferimento per i prezzi in Europa, l’Italia chiude il 2024 con l’aumento delle importazioni di gas liquefatto, tanto che al momento ammontano al 24% dei consumi totali, quota destinata a crescere con l’entrata in servizio la prossima primavera della nuova nave rigassificatrice al porto di Ravenna e il rientro in pieno servizio delle infrastrutture di Livorno e di Rovigo dopo la conclusione dei lavori di potenziamento.
La nave rigassificatrice di Piombino dimostra appieno la propria efficacia operativa, avendo trattato i carichi di 50 navi gasiere e mettendo in rete dalla sua attivazione circa 4,3 miliardi di metri cubi di gas. Nel corso del 2024, le importazioni di gas liquefatto (Gnl) hanno assicurato 14,66 miliardi di metri cubi di gas immessi in rete (-9,5% a causa dello stop degli impianti di Livorno e di Rovigo), assicurando il 24% del fabbisogno complessivo di gas nazionale pari a 61,4 miliardi di metri cubi di gas.
Nel corso del 2024, i quattro terminali di rigassificazione esistenti (Piombino, Panigaglia, Olt Livorno e Adriatic Lng) hanno ricevuto 150 carichi via nave provenienti da Quatar (36%), Stati Uniti (34%), Algeria (20%), con forniture minori e spot provenienti da Egitto, Spagna, Congo, Angola e Guinea Equatoriale.
Il fermo per manutenzione dell’impianto di Livorno ha comportato la perdita della sua potenzialità tra febbraio e novembre 2024, che ammonta a 5 miliardi di metri cubi all’anno, capacità interamente allocata fino alla primavera 2027. L’impianto Adriatic Lng ha trattato 8,7 miliardi di metri cubi di gas con una potenzialità destinata a crescere fino a 9,5 miliardi di metri cubi di gas una volta completate le autorizzazioni in corso.
La capacità di rigassificazione italiana aumenterà con l’entrata in servizio della nuova nave rigassificatrice, simile a quella già in servizio a Piombino, al largo del porto di Ravenna, con una potenzialità complessiva di 28 miliardi di metri cubi di gas, un volume simile a quello delle importazioni italiane dalla Russia via metanodotto in ingresso a Tarvisio, attualmente fermato.
Intanto, le polemiche che hanno riguardato la nave rigassificatrice di Piombino paiono destinate a rientrare. Il porto di Piombino ha perso traffici negli ultimi anni e adesso, rispetto alle critiche contro il rigassificatore di Snam, «la realtà è che l’unico traffico portuale che negli ultimi anni ha dato ossigeno al cluster marittimo di Piombinese è quello delle rinfuse solide, ma soprattutto quello delle rinfuse liquide importate attraverso il Terminal Fsru Italia Lng e se, in questi ultimi due anni, non ci fosse stato il rigassificatore, oltre al calo strutturale delle nostre prestazioni, sarebbero potuti venire meno anche alcuni servizi essenziali per la sicurezza del porto» affermano con una nota diversi operatori marittimi fra cui l’agenzia Mixos Ivo Miele, Piloti porto Piombino, Freschi Alessandro & C. Shipping and forwarding agency, Gruppo Ormeggiatori e barcaioli porto di Piombino, D’Arienzo srl e Stmp Piombino.
Per i firmatari «in caso di spostamento del rigassificatore, il porto subirebbe un grave danno derivante dalla perdita di un traffico essenziale per la sua sopravvivenza».
Quindi, «chi ancora oggi patrocina la causa del trasferimento del rigassificatore dovrebbe responsabilmente valutare anche le conseguenze che ne deriverebbero. Noi siamo sicuri che si aprirebbe una profonda crisi di tenuta di tutto il sistema portuale con gravi ripercussioni anche sul piano occupazionale». I firmatari concludono che sia «estremamente funzionale ed indispensabile al porto ed alla sua città la permanenza del rigassificatore chiedono alle istituzioni «un doveroso ripensamento» sulla sua permanenza.
Quanto ai flussi via terra di gas, alla fine di gennaio 2025 sono arrivati in Italia 146 milioni di metri cubi di gas metano. Da Passo Gries i Piemonte sono entrati 13,2 milioni di mc di gas, altri 25,7 da Melendugno in Puglia, 1,5 da Gela e 61 da Mazara del Vallo.
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