Alla maturità promosso il 99,7%, al Sud i voti più alti

I dati del ministero dell'Istruzione, quasi 14.000 le lodi. I risultati sulla votazione finale fanno a cazzotti con i risultati del rapporto Invalsi 2025.

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Anche quest’anno quasi tutti gli studenti che hanno svolto l’esame di maturità sono stati promossi, con un boom di voti più alti nelle regioni del Sud. E se in tutto il Paese si contano quasi 14.000 lodi, oltre la metà dei diplomati ha concluso il proprio percorso di studi con una valutazione compresa tra 61 e 80. E’ quanto emerge dai dati diffusi dal ministero dell’Istruzione e del Merito che mostrano come agli esami di maturità 2025 sia stato ammesso il 96,5% degli studenti, di questi si è diplomato il 99,7%. Di fatto, anche con il sistema dei crediti accumulati durante il percorso scolastico, l’esame finale di Stato è diventato una mera formalità.

Nel dettaglio, si osserva un lieve incremento, rispetto al 2024, per quanto riguarda la votazione più alta, il 100 e lode. Se nel 2024 la media nazionale era del 2,6%,nel 2025 raggiunge il 2,8% per un totale di 13.857 studenti che hanno conseguito il punteggio massimo. Le percentuali più elevate si registrano nelle regioni del Sud Italia: in testa c’è la Calabria, con il 6,1% di diplomati con lode, a seguire ci sono la Puglia, 5,5%, e la Sicilia, 4,7%. Mentre quelle più basse si trovano al Nord: in Valle d’Aosta si registra lo 0,3%, superano invece di poco l’1% regioni come Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. Con ciò evidenziando una stridente contraddizione con il recentissimo rapporto Invalsi 2025 che si vedrà tra poco.

Rimanendo ancora nella scala dei voti più alti, quanto ai “100”, la Calabria segna ancora il dato più alto: il 12% degli studenti lo ha conseguito. Bene anche la Sicilia con 10,3% e la Puglia, 9,9%. In ogni caso, oltre la metà degli studenti sul territorio nazionale ha conseguito una votazione compresa tra 61 e 80 e quasi 3 su 10 tra 71 e 80.

Andando a guardare ai diplomati per tipologia di percorso, la percentuale più alta di “100 e lode” si registra nei licei, 4,3%, che cresce rispetto allo scorso anno quando il valore era del 3,9%. A seguire si trovano istituti tecnici, con 1,5%, e professionali, con 0,6%. Dati, questi ultimi, stabili rispetto al 2024. Se si analizzano gli indirizzi, i voti più alti sono stati conseguiti al liceo classico e al liceo internazionale – che quest’anno supera lo scientifico – dove le lodi sono state registrate nell’8,4% dei casi. Mentre il percorso scolastico dove è più elevata la percentuale di studenti che hanno ottenuto 60, è ancora una volta il liceo scientifico indirizzo sportivo: quasi uno su dieci, l’8,3%, è stato promosso con il minimo, forse perché in questo indirizzo contano più le medaglie vinte che la reale preparazione scolastica.

Oltre all’esame di maturità, i dati sull’intero percorso delle superiori mostrano che nei primi quattro anni il 76,6% degli studenti è stato ammesso alla classe successiva. Chi dovrà ripetere l’anno è inveceil 5,6% degli alunni, mentre per il 17,8% il giudizio è sospeso. Anche nel settore delle medie inferiori, l’andamento è lo stesso: quasi tutti promossi tra chi ha sostenuto quellodi terza media, il 99,9%. Come per gli studenti che hanno sostenuto la maturità, il boom di voti più alti si registra al Sud. In testa, questa volta, la Puglia, dove l’8,7% degli alunni ha concluso le scuole medie con 10 e lode.

I dati sulle votazioni che vedono in testa gli studenti delle regioni del Mezzogiorno fanno a cazzotti con i contenuti del rapporto Invalsi 2025 redatto dal ministero dell’Istruzione, che mette nero su bianco come esistano ampie sacche di carenza di conoscenza e di capacità di uso della lingua italiana sia tra gli studenti della scuola primaria e della media inferiore, che tra quelli delle superiori, cosa decisamente più preoccupante tra persone che hanno tra i 18 e i 19 anni. Non solo: secondo il rapporto Invalsi, gli studenti con maggiori difficoltà di apprendimento e di conoscenza delle materie, dall’italiano alla matematica passando per l’inglese, sono situate nelle regioni del Sud, «con differenze tra l’Italia centro-settentrionale e quella meridionale che rimangono consistenti» e che «nonostante gli indubbi miglioramenti, la distanza dei risultati osservati tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno è ancora molto elevata».

Se secondo l’Invalsi gli studenti del Centro-Nord sono mediamente maggiormente preparati rispetto a quelli del Sud, non si capisce perché all’atto della votazione finale i giovani del Sud conseguano votazioni decisamente migliori rispetto a quelli del Centro-Nord. Emerge sempre più forte come tale differenza sia dovuta a criteri di giudizio maggiormente largheggianti delle commissioni delle scuole meridionali rispetto a quelle più severe del Centro-Nord. Ma sarebbe utile che per evitare disparità di trattamento all’accesso ai corsi universitari che prevedono graduatorie anche sulla base del voto di maturità ci fosse una maggiore uniformità di giudizio tra tutte le commissioni, basandosi sull’effettivo merito dimostrato dagli studenti nel loro percorso di apprendimento.

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