Auto Diesel Euro 5: il divieto di circolazione interessa 7,6 milioni di veicoli

Il blocco è dal 1° ottobre al 15 aprile le regioni del Bacino padano. La pressione dei governatori sul governo per superare il divieto in vista del voto regionale.

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Dal primo ottobre e fino al 5 aprile in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto scatterà il divieto di circolazione dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 – con la possibilità di alcune varianti di orario a livello locale – per le auto Diesel Euro 5, costruite tra 2011 e il 2015 che non possono circolare nei comuni al di sopra dei 30.000 abitanti situati nelle regioni del bacino Padano. Sono interessati 3,75 milioni di veicoli in Lombardia, 1,45 ml in Piemonte, 1,33 ml in Emilia Romagna e 1,08 ml in Veneto.

Un divieto accompagnato da sanzioni pesanti, visto che alla prima infrazione la multa sarà di 168 euro, mentre in caso di recidiva in due anni, si pagheranno altri 168 euro con la sospensione della patente da 15 a 30 giorni.

Il provvedimento è frutto delle pressioni della Commissione europea che dal 2023 insiste con l’Italia perché in Pianura padana si riduca il tasso d’inquinamento dovuto in particolare all’orografia che limita il ricambio dell’aria tramite limitazioni all’utilizzo dell’automobile privata, anche se questa è responsabile solo marginalmentecirca il 10% del complessivo – delle emissioni inquinanti, quando il grosso delle emissioni invernali è legato all’utilizzo spesso indiscriminato del riscaldamento con temperature ben oltre i 20°C all’interno delle abitazioni.

Soggetti al divieto di circolazione sono 7.609.000 veicoli, considerando oltre tutti i Diesel Euro 5 e inferiori, anche le auto a benzina Euro 1 e 2, pari al 44% dei veicoli in circolazione delle regioni del Bacino padano. Ora, sarebbe utile ricordare quanto successo in epoca di confinamenti domestici durante la pandemia da Covid, durante i quali la circolazione sulle strade crollò, ma altrettanto non fecero i tassi d’inquinamento, visto che si ebbe una riduzione marginale del monossido d’azoto compensata da un aumento del più nocivo ed irritante ozono, mentre l’anidride carbonica e il particolato sono rimaste praticamente invariate.

Da qui la richiesta delle regioni interessate al governo di intervenire, una richiesta che ha trovato apertura all’interno del ministero dei Trasporti, dove il ministro Matteo Salvini avrebbe dovuto muoversi ben prima, visto che il provvedimento di blocco dei veicoli Diesel Euro 5 è noto da almeno due anni. Da ultimo, i presidenti di Piemonte, Lombardia e Veneto hanno ribadito la richiesta al governo, definendo apprezzabile l’apertura registrata, anche nell’ottica delle prossime elezioni regionali d’autunno che vedono Piemonte e Veneto – entrambe a guida centro destra – andare alle urne, dove la maggioranza rischia grosso nel caso di permanenza del blocco della circolazione visto il suo pesante impatto su milioni di cittadini e migliaia di imprese.

Una soluzione a portata ci sarebbe: basterebbe potenziare la diffusione dei nuovi carburanti a basso impatto ambientale, come il gasolio HVO capace da solo di abbattere del 90% le emissioni sui veicoli più recenti e proporzionalmente minori su quelli più vecchi, o il Gpl sostenibile per quelli a benzina. Si risolverebbe il problema senza ricorrere alla rottamazione anticipata di veicoli ancora perfettamente idonei all’utilizzo, senza costringere enti pubblici ad erogare fondi per la rottamazione e le famiglie ed aziende a spendere decine di migliaia di euro per acquistarne uno nuovo, possibilmente non elettrico.

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